6 apr 2016

Il riflesso di emissione troppo forte

di F. Raillhet, H. Declerck, H. Perez, Les Dossiers de l’Allaitment, n.28, luglio-settembre 1996.Traduzione pubblicato in "L'allattamento moderno" n. 16, autunno 1997. Traduzione di Margherita Colaci e Silvia Colombini

 
Il riflesso di emissione forte è una situazione frequente e spesso disorientante, poiché può portare a sintomi, conseguenze e terapie differenti a seconda delle madri. Le conseguenze principali sono un neonato che soffre di coliche e una madre stressata e scoraggiata. Non sempre è possibile trovare un rimedio totalmente efficace per questa situazione, che molto spesso migliora solo con il tempo. D’altronde, alcuni suggerimenti possono rendere la relazione dell’allattamento più gratificante per la madre e per il neonato.

Il riflesso di emissione è il meccanismo di rilascio del latte: l’espulsione attiva del latte fuori dalla ghiandola mammaria, provocata dalla contrazione delle fibre muscolari (cellule a canestro) che circondano gli alveoli. Il riflesso di emissione è stimolato dall’ossitocina. Una quantità variabile di latte si raccoglie nella mammella tra una poppata e l’altra. In particolare, il primo latte della poppata, accumulato nei seni lattiferi situati sotto le areole, incoraggia il neonato a poppare, cosa che scatenerà i riflessi di emissione. Tutte le madri hanno riflessi di emissione a intervalli di pochi minuti, anche se, generalmente, solo il primo è percepibile.

I possibili segnali sono:

· Sensazione di tensione mammaria, prurito, formicolio al seno.

· Fuoriuscita di latte dal seno succhiato e, spesso, dal seno opposto.

· Contrazioni uterine (nel periodo immediatamente post-partum).

· Sensazione di rilassamento e di sete da parte della madre.

· Cambiamenti nel ritmo della suzione del neonato: da rapido, diventa lento e regolare, con deglutizioni ogni 1 o 2 movimenti di suzione.

· Comparsa di latte agli angoli delle labbra del neonato.


Per alcune madri questo riflesso è molto forte; il latte può schizzare fuori con violenza anche a distanza di alcuni metri. Il problema per queste madri è: “troppo e troppo veloce”. Una tale quantità di latte, che arriva con tanta forza, potrebbe superare le capacità di deglutizione del neonato. Per alcune madri questo si accompagna ad una secrezione di latte molto abbondante, così come per altre, la secrezione di latte è “normale”, cioè insufficiente. Le conseguenze e i metodi per ovviare a questa situazione, quindi, variano a seconda delle circostanze e dell’età del neonato.


Durante le prime settimane


Alcune volte la madre capisce qual è la natura del problema, poiché vede il suo latte schizzare fuori con una tale forza che il suo bambino rimane quasi "soffocato" durante la poppata. Generalmente, però, succede che ella non capisca il comportamento del suo bambino e resti disorientata. Per questo motivo, la descrizione che potrebbe dare del problema potrà assumere le forme seguenti:

· il mio bambino ha le coliche

· il mio bambino vomita spesso

· al mio bambino non piace ciucciare

· il mio bambino è troppo ingordo, ha una suzione troppo forte

· non ho abbastanza latte

· ho troppo latte

· il mio bambino è allergico al mio latte


I sintomi


Possono variare molto, e molti di questi possono avere altre cause. Bisognerà quindi riflettere bene prima di attribuire questi sintomi a un riflesso di emissione troppo forte.




  •  Molto spesso il neonato ha una curva di crescita soddisfacente; il suo aumento di peso può anche essere di una rapidità impressionante. Inzuppa i pannolini; ha frequenti evacuazioni solide che possono essere verdi e schiumose, poiché all’inizio della poppata egli ingerisce molta aria e/o molto del primo latte, ricco di lattosio, e ciò accelera il passaggio delle feci nell’intestino e aumenta la fermentazione. Il neonato è tonico e sveglio. Può avere una suzione vigorosa. Alcuni neonati possono fare poppate molto corte (qualche minuto per volta) e/o poppano solo per mangiare, non per appisolarsi o per consolarsi.



  •  Il principio della poppata avviene generalmente bene per poi peggiorare non appena sopraggiunge il riflesso di emissione:davanti al flusso di latte il neonato tossisce, s’ingozza, sputa, deglutisce rumorosamente... Alcuni neonati riescono a tenere sotto controllo il problema lasciando colare il latte, mentre altri si staccano dal seno urlando, oppure ve ne sono alcuni che si rifiutano del tutto di prendere il seno.



  • Il neonato è spesso agitato durante la poppata, e può dare l’impressione di essere continuamente affamato e succhiarsi frequentemente le dita, il che potrebbe far credere alla madre di non avere abbastanza latte.



  • Il neonato rigurgita spesso. Soffre di coliche e piange per ore. Ha molta aria nella pancia perché ingurgita molta aria durante la poppata. Dorme male, si sveglia spesso, soprattutto durante il pomeriggio e la sera, cosa che, una volta di più, dà alla madre l’impressione di non avere abbastanza latte.



  • Sebbene la maggior parte delle donne quasi non percepisca il primo riflesso di emissione, la mamma potrebbe sentirne diversi durante la poppata, provocando dolore sufficiente da indurla a limitare il tempo in cui il neonato e attaccato al seno. Nell’immediato post-partum questi riflessi d’emissione possono essere accompagnati da contrazioni uterine, anche queste a volte dolorose.




  • Può accadere che una madre abbia lo stesso problema con diversi figli successivi. Ella potrebbe quindi descrivere neonati molto tonici, con una suzione molto forte. È possibile che un simile quadro clinico sia il risultato della compresenza di una predisposizione materna con una particolare maniera di succhiare del bambino.



Riconoscere il problema
Non si incontrano obbligatoriamente tutti i sintomi sopra descritti; alcuni neonati tollerano la situazione meglio di altri. Dall’altro lato, non bisogna dimenticare che i neonati che non ricevono abbastanza latte possono presentare un certo numero di sintomi simili, quali l’irrequietezza al seno il pianto frequente e il desiderio di poppare frequentemente.
Sarà quindi necessario valutare accuratamente la situazione, fino a quando non sarà risolta, poiché un riflesso di emissione troppo forte potrebbe anche provocare una stagnazione staturo-ponderale, se il rifiuto del neonato a poppare è particolarmente accentuato. Sarà indispensabile tenere sotto osservazione la curva di crescita, e seguire la frequenza delle evacuazioni liquide e solide. In ogni caso, l’insieme dei seguenti sintomi sarà indicativo:

  •  Il comportamento del neonato durante la poppata e in particolare al momento del riflesso di emissione. 
  • Una gran quantità di pannolini bagnati. 


  • Una crescita ponderale soddisfacente o rapida. 


  • Uno sviluppo normale 


  • L’assenza di patologie nel bambino.


Alcuni suggerimenti
Le tecniche suggerite potranno essere diversamente efficaci a seconda delle madri. Bisognerà quindi perseverare e provarne parecchie, trovando quelle che si adattano meglio a al proprio caso.


  • Staccare il neonato dal seno al momento in cui si manifesta il riflesso di emissione e lasciar colare il latte(preparare un asciugamano per tamponare o un recipiente per raccoglierlo). Riattaccare il neonato al seno quando il latte ha cessato di uscire con forza. Alcuni neonati attendono pazientemente (oppure si staccano essi stessi dal seno per riprendere un istante dopo), ma altri si sentono molto frustrati. A volte si manifesta dopo poco un nuovo riflesso di emissione e bisogna staccare di nuovo il neonato dal seno. 


  • Spremere un po’ di latte poco prima di attaccare il neonato al seno in modo da stimolare il primo riflesso di emissione che è generalmente il più violento. Ciò sarà particolarmente utile se il bambino dovesse irritarsi molto quando lo si stacca dal seno. In genere sarà sufficiente spremere il latte da un solo seno e lasciar colare il latte dall’altro seno mentre il bambino poppa. 


  • Alcune madri trovano molto efficace attaccare il neonato al seno a orari regolari (ogni 2 ore). Intervalli brevi fra le poppate ridurranno la quantità di latte presente nei canali lattiferi, il che potrà far diminuire la pressione intramammaria e quindi la forza del riflesso di emissione. Per alcune madri, più frequentemente il neonato si attaccherà al seno, meno abbondante sarà il flusso del latte emesso. 


  • Altre madri, al contrario, trovano molto più efficace distanziare le poppate (ogni 3 ore e mezza) oppure offrire un solo seno a ciascuna poppata. Benché ciò sia l’opposto di quanto spesso si consiglia alle madri, in questo caso potrà servire a diminuire la stimolazione mammaria, soprattutto se la madre ha una produzione di latte molto abbondante. La maggior parte delle madri penserà di non avere abbastanza latte, se i loro piccoli sono irrequieti durante la poppata e tra una poppata e l’altra, poiché questo è il principale timore di tutte le madri. Persino in presenza di un’accelerazione dell’aumento di peso dei loro bambini, esse potrebbero non rendersi conto di avere, al contrario, una produzione eccessiva di latte. Prima di dare distanziare le poppate, è tuttavia molto importante verificare la crescita ponderale, e pensare questa soluzione solo quando i bambini hanno una buona crescita, conoscere bene la legge della domanda e dell’offerta e sorvegliare la quantità di pannolini bagnati. Quando il bambino sarà nervoso e vorrà attaccarsi spesso al seno, potrà essere utile offrirgli lo stesso seno numerose volte di seguito anche per alcune ore. Se l’altro seno incomincia a ingorgarsi la mamma potrà spremerne un po’ per alleviare il fastidio, ma unicamente a questo scopo: il fine non è quello di svuotare il seno. 


  • Far fare spesso il ruttino al bambino. Staccarlo spesso dal seno, soprattutto se è irrequieto mentre poppa o sembra in difficoltà ad inghiottire tutto il latte che arriva, e farlo ruttare per eliminare l’aria inghiottita. Massaggiargli il pancino e dargli piccole pacche sulla schiena. 


  • Allattare il neonato appena si sveglia o quando è sul punto di svegliarsi o di addormentarsi. Sarà più calmo e disteso. Se non è troppo affamato, popperà con meno forza e il latte affluirà meno velocemente. Spesso le poppate notturne vanno meglio: il neonato succhia con più calma, ingerisce meno aria e si riaddormenta con più facilità. Durante la giornata conviene allattare in un ambiente tranquillo, lontano dal baccano dei giochi degli altri bambini (nei limiti del possibile!). 


  • Variare le posizioni. Potrà andare meglio se il neonato viene attaccato al seno in una posizione che faciliti l’eliminazione del latte in eccesso. Se la madre è seduta, potrà sistemare il bambino in una posizione più verticale, inclinando il busto all’indietro o sistemandolo a cavalcioni sulle proprie ginocchia (procurandosi alcuni cuscini). Potrà allattare sdraiandosi sul fianco, oppure potrà sdraiarsi sulla schiena e sistemarsi il neonato prono su di lei, sull’addome o per traverso sul proprio petto (sostenendogli la fronte con una mano). 
  • Sarebbe preferibile che la madre non spremesse regolarmente il latte dal seno perché questa stimolazione potrebbe aggravare la situazione. Se lo fa già, potrebbe smettere gradualmente. Allo stesso modo, l’uso regolare di dischetti per i capezzoli con lo scopo di raccogliere il latte può far persistere il problema a causa della stimolazione che provocano sul seno. Eliminare le coppette (utilizzare delle compresse per l’allattamento, dei fazzoletti, pezzetti di pannolini, guanti da bagno... per assorbire il latte) potrebbe gradualmente migliorare la situazione.


Dopo le prime settimane

Quando il bebè cresce, alcuni dei problemi causati da un riflesso d'emissione troppo forte si attenuano. Altri, al contrario, possono divenire evidenti con il passare del tempo. Può succedere che la madre si accorga tardivamente che le cose non procedono bene sia perché il bambino non aveva troppe coliche sia perché le era stato detto che le coliche passavano col tempo. La madre può anche aver pensato fosse normale che il suo bambino soffocasse sotto la quantità di latte.

Vissuto materno

  • Ho l'impressione che il mio bambino non ami più ciucciare e voglia svezzarsi.
  • Ho sempre meno latte.
  • Il mio bambino si rifiuta spesso di poppare.
  • Il mio bambino ha molte coliche, vomita spesso.
  • Ho le ragadi, ho i seni dolenti.
  • Il mio bambino non aumenta sufficientemente di peso.
  • Ho molte difficoltà a comprendere il comportamento del mio bambino, non so cosa vuole.


Sintomi

* Uno dei principali sintomi di questo periodo è che il bambino ciuccia male:

* continua ad andargli di traverso il latte; tossisce e sputa il latte dappertutto;

* può rifiutare il seno più o meno regolarmente, mettere in atto degli "scioperi del poppante";

* può essere molto agitato durante la poppata, respingere il seno, colpirlo o morderlo;

* può rifiutare di prendere più di un seno per poppata;

* a volte, avendo imparato a considerare le poppate come esperienza stressante, ciuccia solo quando è affamato e unicamente per soddisfare la sua fame; preferirà succhiare il suo pollice o un suo sostituto qualsiasi per soddisfare il suo bisogno di suzione;

* può anche ciucciare in modo scorretto, in modo da non stimolare il riflesso d'emissione o in modo che sia minimo, dato che quando ciuccia correttamente riceve troppo latte. Impara quindi a utilizzare la lingua, le gengive e le labbra in maniera anomala per poter controllare meglio il flusso del latte. Spesso, se la secrezione del latte materno cala, il bambino sarà più a suo agio nel poppare. Tuttavia può a volte succedere che non sappia più poppare in modo corretto o che sia talmente abituato ad avere molto latte senza sforzarsi da non provare neanche più a farlo efficacemente.

* la madre può avere i seni dolenti a causa della suzione scorretta del bambino, se questi serra le gengive per limitare il flusso di latte.


* I riflessi d'emissione possono rimanere sempre così forti; oppure possono essere sentiti molto meno dalla mamma, cosa di per sé normale, ma quando si presenta questa circostanza sarà opportuno verificare che non ci sia un abbassamento importante della secrezione lattea, soprattutto quando la mamma è passata da un riflesso molto forte a nessuna sensazione durante il riflesso e, in particolare se questo passaggio avviene in poco tempo. Questo può anche avvenire in modo graduale, cosicché la madre non si accorge di niente. La madre può considerare il cambiamento del ritmo delle poppate come un segno di miglioramento.


* Il bebè soffre spesso di coliche violente. Può avere delle scariche schiumose e verdi e molta aria. Può rigurgitare molto latte.


* Certi bambini continuano a prendere molto peso, e possono anche presentare disturbi caratteristici dovuti alla sovralimentazione. Ma, in alcune madri, si osserva più o meno rapidamente un abbassamento della secrezione lattea o una secrezione lattea con livelli che oscillano in maniera estremamente variabile. Questo andamento può indurre nel bambino un arresto della crescita staturo-ponderale dovuto al fatto che egli manda giù molta aria, che riceve pochissimo del 2° latte, che assorbe grandi quantità del primo latte poco calorico, e che distanzia le poppate. Questa debole crescita può non venire rilevata a causa del fatto che la sorveglianza medica è generalmente meno stretta dopo le prime settimane.


* Il vissuto materno è poco gratificante. La madre può vivere in maniera negativa l'allattamento di questo bambino poco soddisfatto, e che le dà l'impressione di non amare né il suo latte, né le poppate. Di fronte ad un bambino "difficile", non è facile sentirsi competente, sviluppare il proprio istinto materno e imparare a riconoscere la causa dei pianti. La madre può anche avere dei problemi di abbigliamento soprattutto se ha troppo latte: può trovarsi "bagnata" in continuazione, cosa che può anche porre un problema a livello di coppia. Allattare in pubblico le sarà difficile: il latte cola dappertutto, deve avere l’asciugamano. Tutto questo potrà portare a uno svezzamento precoce, sia che il bebè non voglia più ciucciare, sia che la madre non sopporti più la difficile situazione.

 Bibliografia:
 
· The effects of an overactive let-down reflex. F. Andrusiak, M. Larosa-Kuzenko. Lactation Consultant Series, Lactation Dep, LLLI 1987.

· Experiences d'animatrices concernant le rèflex d'ejection trop fort. N. Bellot, MP Fredaigues 1994.

· Le rèflex d'ejection violent: comment le détecteur et l'atténeur. D. Elkhoury, La Berceuse, sept 1990.

· Overactive let-down: consequences & treatments. M. Jozwiak, Leaven sept-oct 1995.

· Ainsi que les résultantes de l'enquete sur le vécu des mères ayant un réflexe d'ejection trop fort, menée pour le congrès national de LLL de 1994.

Cos'è lo sciopero del poppante

IL MIO BAMBINO IMPROVVISAMENTE RIFIUTA DI CIUCCIARE.

Quando un bambino è pronto per essere svezzato, affronta il cambiamento gradualmente, lungo un arco di tempo di settimane o anche mesi. Se vostro figlio è stato allattato esclusivamente e di colpo si rifiuta di poppare, probabilmente sta attraversando una fase che viene chiamata "sciopero del poppante", che non va necessariamente considerata come un invito ad iniziare lo svezzamento. Gli scioperi del poppante possono provocare parecchia preoccupazione e nervosismo nella mamma, che crede che "il latte sia finito", ma si tratta quasi sempre di fenomeni temporanei e nel giro di due/quattro giorni il bambino riprenderà a poppare regolarmente.
Gli scioperi del poppante possono essere provocati dalle cause più diverse. Si tratta quasi sempre di reazioni temporanee a fattori esterni, anche se talvolta non si riesce ad identificarne la causa precisa. Ecco alcuni dei possibili fattori scatenanti:
  • Avete introdotto biberon o ciuccio;
  • Avete cambiato deodorante, sapone, profumo, ecc. e al bambino il vostro odore sembra "diverso";
  • Siete sotto stress (per esempio perché avete ospiti in casa, per un viaggio, un trasloco oppure avete dovuto affrontare una crisi familiare);
  • Il bambino ha una malattia o una piccola ferita che rende doloroso l’allattamento (come un’otite, un raffreddore, il mughetto o un taglio all’interno della bocca);
  • Il bambino ha le gengive doloranti perché sta mettendo i denti;
  • Avete modificato di recente le vostre abitudini di allattamento (avete cominciato un nuovo lavoro, lasciato il bambino con la baby sitter più a lungo del solito, ritardato l’allattamento perché eravate occupate e così via);
  • Avete reagito bruscamente quando il bambino vi ha morso, spaventandolo (a una mamma è capitato uno sciopero della sua bambna perché il papà l'aveva sgridata quando aveva morso la mamma).
Superare lo sciopero del poppante riportando il bambino al seno richiede un pochino di pazienza e di perseveranza. Chiedete aiuto ad un medico se la causa sembra essere una malattia o una ferita. Trovate qualcuno che vi aiuti con i lavori di casa o con i bambini più grandi, per poter passare più tempo con il vostro bambino. Cercate di rilassarvi e fate sì che l’allattamento sia un’esperienza piacevole. Se il bambino si innervosisce quando cercate di allattarlo, fermatevi e coccolatelo. Ricordatevi che il bambino non sta rifiutando voi, e che, quasi sempre, tutto tornerà alla normalità in breve tempo.
Con un po’ più di coccole, di abbracci e di contatto pelle-a-pelle con il bambino, potrete ristabilire la vostra intimità con lui. Alcuni bambini preferiscono poppare quando hanno un po’ sonno o addirittura quando dormono; talvolta potrete anche provare ad allattarlo sedute su una sedia a dondolo oppure camminando (nel qual caso potrete usare un marsupio o una fascia). Provate ad allattare in una stanza tranquilla, con le luci attenuate per evitare distrazioni. Potrete anche stimolare la lattazione e far defluire il latte prima di offrire il seno al bambino, per facilitargli il compito.
Probabilmente sentirete la necessità di togliervi il latte, per evitare che il seno sia troppo pieno, e dovete farlo per mantenere elevata la produzione, quindi potrete nutrire il bambino con il vostro latte, usando una tazza, un contagocce, una siringa senza ago oppure un cucchiaio. Comunque non usate biberon: possono creare confusione tra tettarella e capezzolo.

5 apr 2016

Consigli di posizionamento

Consigli di posizionamento

Ecco alcuni suggerimenti per posizionare il bambino bene in modo che si possa raggiungere un buon dispositivo di chiusura:
  •  Tenere pelle-a-pelle il bambino per almeno la prima ora dopo la nascita. I bambini, se data la possibilità, useranno i loro sensi e riflessi per individuare il seno, attaccarsi, e allattare!
  •  Assicurati che la testa del tuo bambino, collo e schiena siano ben posizionate.
  •  Potrai riconoscere quando il tuo bambino è posizionato bene se si sente succhiare, deglutire e respirare.
  • Alcune madri sentono dolore quando i loro bambini vengono attaccati per la prima volta al seno. Se il vostro bambino è posizionato bene, il dolore dovrebbe durare solo pochi secondi. Se il dolore persiste, rimuovere il bambino dal seno e riprovare.

Calcio (posizione1)

Le madri che hanno avuto un parto cesareo potrebbero trovare comoda la posizione calcio. Protegge la vostra incisione e fornisce un maggiore sostegno per la testa del bambino e del collo. Questa presa funziona bene anche per le madri che hanno seni molto grandi, bambini molto piccoli, o più di un bambino. I bambini tenuti come un pallone da calcio sono ben supportati e facilmente posizionati.

  • Sostenere la testa del vostro bambino mettendo il pollice e le dita sotto le orecchie del vostro bambino e intorno alla parte posteriore del collo.
  • Metti il bambino sotto il braccio e lo posizioni in modo che il mento, il torace e le ginocchia siano di fronte al vostro seno.

Sidelying (posizione2)

La posizione sidelying è da preferire per le poppate notturne e per le madri che hanno avuto un parto cesareo.

  • Inserite il vostro bambino da una parte in modo che il mento, il petto e le ginocchia siano di fronte al petto.
  • Sostenere la testa del vostro bambino indietro con la mano e il braccio.

Crosscradle (posizione3)

Sostenere la testa del bambino è facile quando si usa la posizione crosscradle. Questa posizione consente di sorreggere il tuo bambino sul petto.

  • Sostenere la testa del vostro bambino mettendo il pollice e le dita sotto le orecchie del vostro bambino e intorno alla parte posteriore del collo.
  • Posizionare il bambino da una parte, in modo che il mento, il petto e le ginocchia siano di fronte al petto.
  • Avvolgere il bambino sul petto. Se necessario, utilizzare cuscini per sostenere il vostro bambino a livello del seno.


Culla (posizione4)

Per molte mamme, questa posizione è la più familiare. Anche se è comunemente usato, è spesso la meno efficace perché le madri hanno meno controllo sulla testa del loro bambino.

  • Posizionare la testa del bambino nella piega del gomito.
  • Posizionare il bambino da una parte, in modo che il mento, il petto e le ginocchia siano di fronte al petto.
  • Sostenere la schiena del bambino con il braccio e il suo fondo schiena con la mano..

Allattamento e farmaci

 di Gwen Gotsch da New Beginnings, n°2, vl.17, mar.-apr. 2000

Per informazioni sull’uso dei farmaci in gravidanza e allattamento é attivo
 il Centro Antiveleni in collaborazione con l’Istituto Mario Negri di Milano.
Al numero verde    800.883300 
viene fornita una consulenza gratuita 24 ore su 24.
Quasi tutte le madri e gli operatori sanitari sanno che i farmaci assunti dalla madre che allatta possono passare nel latte; così, quando un medico scrive qualcosa su un ricettario e lo mette in mano alla madre, non c’è da stupirsi se poi talvolta dice alla mamma di svezzare il bambino.
Ma in questo modo nessuno ci guadagna: lo svezzamento improvviso espone a stress emozionali e rischi significativi per la salute tanto la madre quanto suo figlio. Se la conversazione tra la donna e il medico finisce qui, i problemi verranno dopo; invece la mamma che si trova in questa situazione ha bisogno di cominciare a far domande e intraprendere una discussione prolungata, riguardo alla cura della sua salute, della quale ella sia parte attiva.
È vero: non è facile discutere la prescrizione del medico, specialmente se sei malata e preoccupata della tua stessa salute; ma ci sono buoni motivi per parlare con lui delle possibili alternative allo svezzamento, anche di quello temporaneo.
Il primo motivo è che l’allattamento è importante. Nutrire il bambino con sostituti artificiali, il cosiddetto latte formulato, non è la stessa cosa che allattarlo- Se il medico non ha un’ampia esperienza clinica di donne che allattano, o almeno un’esperienza personale di allattamento, può non rendersi conto che la questione va oltre il semplice fornire nutrimento al bambino. 
Molti medici, anche quando sono consapevoli dei benefici nutrizionali ed immunologici del latte materno, non sanno che svezzare bambino dal seno inciderà anche sul benessere della madre e sul suo prendersi cura del piccolo; molti non sanno nemmeno che riportare il bambino al seno dopo svariati giorni di biberon potrebbe essere difficile. Il medico ha il dovere di rispettare i valori, i sentimenti e le preoccupazioni della madre riguardo all’allattamento.
Un secondo motivo per mettere ulteriormente in discussione lo svezzamento riguarda il fatto che alimentare il bambino con un cibo artificiale non è privo di rischi. Certo, molti bambini stanno bene con la formula artificiale (e alcuni quando diventano grandi frequentano la facoltà di medicina), ma questo è solo un esempio della capacità umana di adattarsi a circostanze che non sono ideali: non la prova gli infiniti benefici dell’allattamento possono essere letti come infiniti potenziali problemi della formula artificiale: più infezioni all’orecchio, più patologie gastrointestinali, maggior rischio di allergie, SIDS, leucemia infantile, diabete giovanile ed altri problemi di salute. Dato che ci sono studi che mostrano come i bambini allattati abbiano un possibile vantaggio dell'intelligenza fino almeno agli anni della scuola dell’obbligo, questo significa che l’alimentazione artificiale può avere dei sottili effetti negativi sullo sviluppo del bambino.
Al giorno d’oggi ci sono pochissimi farmaci pericolosi per l’allattamento. Questo è il terzo motivo, e
forse il più convincente, per chiedere al medico di rivalutare se lo svezzamento sia veramente
necessario quando la madre prende un farmaco. Se devi per forza prendere un principio terapeutico che è sicuramente pericoloso per il bambino, allora dovrai svezzare; ma spesso, quando la madre e il medico ricercano ulteriori informazioni, scoprono che ci sono poche ragioni per preoccuparsi riguardo ad un particolare farmaco, oppure che ci sono terapie alternative per trattare la patologia materna.


Quali fattori determinano se un farmaco avrà effetti sul bambino?
La maggior parte dei farmaci presi dalla madre compare nel latte. La cosa importante non è questa, bensì quanto la sostanza venga assimilata dal bambino e quali effetti potrà avere.
Ecco alcuni fattori da prendere in considerazione:


  • I neonati e i prematuri hanno una minore capacità di metabolizzare i farmaci rispetto ai bambini più grandi. Un farmaco che non è il caso di prescrivere alla madre di un neonato può essere dato senza timore a un bambino più grande.
  • La quantità di sostanza che il bambino assume dipende dalla quantità di latte che egli prende dal seno. Un bambino di sei mesi che poppa esclusivamente al seno prenderà un volume di latte maggiore di un lattante più piccolo, oppure di un bambino grandicello che poppa soprattutto per confortarsi.
  • Alcune sostanze rimangono più di altre in circolo nell’organismo materno. Per il metabolismo del bambino può essere più facile gestire i farmaci ad azione rapida piuttosto che quelli che vengono rilasciati nell’arco di 12 o 24 ore[*].
  • Qualche volta per il medico è possibile calcolare il momento in cui nell circolazione del sangue materno la concentrazione della sostanza è al livello minimo, basandosi sulle conoscenze relative a come il farmaco viene metabolizzato; a questo punto si possono regolare i tempi di somministrazione in modo che bambino abbia l’esposizione minima al principio attivo. In ogni caso questa strategia non è pratica quando il bambino poppa spesso oppure ha ritmi di allattamento imprevedibili.
  • È vero che i farmaci nuovi promettono un’azione più rapida o meno effetti collaterali dei prodotti più vecchi, però possono essere carenti di informazioni su quali effetti abbiano sul lattante. Talvolta la madre e il medico possono decidere di usare un farmaco tradizionale, se è accertato che sia sicuro per il bambino.
  • A volte si può rimandare una terapia fino a quando il bambino sia più grande o non stia poppando più così spesso.
  • Il dottore che sta prescrivendo un medicinale alla madre dovrebbe consultarsi col pediatra, prima di suggerire lo svezzamento. Rispetto ad altri specialisti, i pediatri spesso hanno più informazioni su come i farmaci passano nel latte. Quando la madre e il pediatra non sono sicuri sull’uso di un farmaco, in genere possono sorvegliare il bambino per vedere se ci sono effetti collaterali. La consultazione degli specialisti dell’Istituto Mario Negri (800 883300) può essere di grande aiuto.
  • Spesso è saggio riflettere se la terapia è davvero necessaria. A volte ci sono altri modi per affrontare i sintomi.


Effetti a lungo termine nell’ uso di un farmaco
Le donne che hanno una malattia cronica (per esempio diabete, lupus, artrite, epilessia o patologie tiroidee) possono aver bisogno di prendere farmaci per tutto il tempo in cui allattano i loro bambini. È quasi sempre possibile trovare medicinali compatibili con l’allattamento. In genere le donne che si trovano in questa situazione si sono abituate a lavorare con gli operatori sanitari nella gestione della loro malattia, specialmente durante la gravidanza; se la madre chiarisce ai propri medici curanti che l’allattamento per lei è importante, potranno lavorare insieme per trovare soluzioni ad ogni problema relativo a farmaci e allattamento.
Sempre più spesso i medici trattano la depressione post-partum con i farmaci, e se la madre deve prendere antidepressivi per molti mesi, giungono facilmente a consigliarle di svezzare il bambino. In tale situazione è importante procurarsi informazioni aggiuntive e soppesare molto attentamente rischi e benefici: per una madre che ha la sensazione di non stare facendo niente “come si deve”, lo svezzamento può essere emotivamente pesante. In alcuni casi, dopo aver accuratamente analizzato i dati sul medicinale, la madre, Il padre e il pediatra possono decidere che i benefici legati all’assunzione del farmaco, sommati ai benefici dell’allattamento, prevalgono su qualunque rischio per il bambino; oppure possono decidere di trattare la depressione in modi alternativi che non richiedano farmaci.


Dove trovare le informazioni

Spesso gli operatori sanitari, per avere informazioni su un principio terapeutico, negli USA fanno riferimento al Phisician’s Desk Reference (PDR). In realtà questa pubblicazione non è una buona fonte di informazioni rispetto alle interferenze dei farmaci con l’allattamento: le informazioni in essa contenute provengono spesso direttamente dalle aziende farmaceutiche, la cui principale preoccupazione è di evitare problemi legali. In assenza di studi che dimostrino al di là di ogni dubbio che un certo medicinale è sicuro per la madre che allatta, la ditta farmaceutica consiglierà di non usarlo durante l’allattamento, anche quando le informazioni sul farmaco suggeriscono che ci siano pochi motivi per preoccuparsi.


La Commissione sui Farmaci della Accademia Americana dei Pediatri (AAP) è una miglior fonte di informazioni. Nel 1994 ha pubblicato un articolo intitolato Passaggio dei farmaci e di altri agenti chimici nel latte umano. Quest’elenco di farmaci è basato su centinaia di relazioni tratte dalla letteratura medica; l’articolo è riprodotto nel volume de La Leche LeagueAllattamento al seno: il libro delle risposte, che è reperibile presso molte Consulenti de La Leche League. LLL ha accesso anche ad altre fonti informative su farmaci e latte materno, con documentazioni che possono essere fornite al medico, fra cui il fondamentale Medications and Mother’s milk di Thomas Hale. Esiste anche un sito in lingua spagnola e inglese dedicato a queste problematiche, www.e-lactancia.org, realizzato dal reparto di pediatria dell’ospedale di Denia, Alicante, in Spagna.


Le riviste mediche pubblicano continuamente nuove informazioni su come i farmaci passino nel latte. In quest’epoca di internet e motori di ricerca, chiedere al medico di cercare qualche informazione in più su un farmaco non è poi chiedere molto. Il reperimento di informazioni aggiuntive permette alla mamma di continuare ad allattare serenamente, o di sapere con precisione che , nella sua particolare situazione medica, lo svezzamento è veramente necessario.
Tenere aperti i canali di comunicazione
Durante l’allattamento dovresti sempre consultare il tuo medico prima di prendere qualsiasi medicinale, che sia un farmaco da banco oppure dietro ricetta medica. Quando un operatore sanitario prescrive un farmaco a una madre che allatta, questa dovrebbe ricordargli che sta dando il suo latte al bambino, e quindi bisogna accertarsi che la sostanza sia compatibile con la prosecuzione dell’allattamento.
Quando nel corso dell’allattamento ti sorgono dubbi sulla sicurezza di un farmaco, continua a tenere informato il tuo medico, che deve sempre sapere quale trattamento stai effettuando e se stai allattando, persino se questo significa, per voi due, dover convenire che non siete d’accordo. Se ti rendi conto che non riesci a lavorare insieme al medico per risolvere il problema, puoi sempre decidere di cercare una seconda opinione presso un altro specialista.
Specialmente durante i primi mesi di allattamento, madre e figlio sono come una singola unità biologica: quello che riguarda l’uno influirà anche sull’altro. Ecco perché per una mamma che allatta è importante prendersi cura di se stessa e fare attenzione a ciò che introduce nel suo organismo. Alcuni farmaci sono potenzialmente pericolosi per i bambini che poppano, perciò è meglio sentire il parere di un medico prima di prendere qualunque medicinale; però è altrettanto necessario che il tuo medico sappia che per te e per il tuo bambino è realmente importante continuare ad allattare.
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4 apr 2016

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